martedì 24 settembre 2013

Il valore della dignità di una persona.

Fin da piccola non ho mai sopportato chi mi diceva: "Fai questo, fai quello".
Non ho mai sopportato chi mi 'comandava' o chi vantava su di me un qualsiasi potere, sia che potesse, questo 'invito', venire dalla mia famiglia, sia dalla maestra a scuola.


Ho sempre voluto ottenere con le mie sole forze quello che ottenevo e, per mia fortuna, a scuola non me la cavavo male. Avevo voti medi con normale sforzo. A volte qualcuno mi diceva che non mi sforzavo quasi per niente, che studiavo poco e ottenevo voti alti. Voti alti li ottenevo, pur studiando normalmente, in inglese. Le lingue straniere sono sempre state la mia materia preferita. Già quando ero piccola ed ero fan dei Backstreet Boys (°_°) non mi bastava conoscere i motivetti delle canzoni, io ne ricercavo i testi e, nei tempi in cui internet era solo il 56k, testi su internet con traduzioni non ce n'erano. Così, a 7-8 anni, ogni volta che trovavo un testo su un qualche giornaletto, mi sedevo al tavolo e, con il dizionario, piano piano, mi mettevo a tradurre i testi in italiano, cercando di capirli, non solo di cantarli. Ho sempre voluto capire cosa c'era dietro. Ed è così che rispondevo a chi mi diceva sempre che io 'studiavo poco inglese e ottenevo tanto', io la preparazione me l'ero costruita sin da bambina, quando col mio dizionario cercavo di rendermi chiaro tutto. Perché, anche quando oggi vado in una nazione straniera, per me è odioso dover stare a sentire le persone senza potersi capire. Senza sapere cosa stanno dicendo.
Al liceo, durante il biennio, ebbi una professoressa di inglese che era pari ad Hitler. A lei devo tutt'oggi una preparazione in inglese che mi ha permesso di passare gli esami di inglese all'università senza aprire il libro per più di 1 giorno. Ho sempre apprezzato il suo metodo d'insegnamento, non ho mai apprezzato la sua poca umanità. Mal sopportavo che ogni giorno dovessimo entrare in classe con l'ansia, solo perché c'era lei, mal sopportavo che dovessimo prendere tutti 2, perché a lei quel giorno giravano e noi non conoscevamo una parola. Così un giorno in consiglio di classe, quale rappresentante di classe, glielo dissi.
Da lì cominciarono le vessazioni: il giorno dopo interrogata, IO che non avevo MAI preso meno di 7 in inglese ebbi un 5=, tutti gli altri ebbero un'interrogazione diversa dalla mia, dove si dovevano imparare i testi a memoria e magicamente, a loro, fioccavano voti altissimi. Ci fece fare un test "anonimo" sul "perché non siete d'accordo coi miei metodi"; Ebbi la 'sfrontatezza' di dirle che i suoi voti erano ingiusti, vista la mia interrogazione, ovviamente a fine test: ragazzi mettete il vostro nome sul foglio.
Da lì altro putiferio, mamma convocata: "sua figlia non ha idea del ruolo istituzionale che ha", "sua figlia sta studiando meno" e io intanto a casa studiavo quanto non avevo mai avuto bisogno di fare prima, piangevo perché l'inglese era la mia materia preferita e lei me lo stava facendo odiare. Gli altri professori anche parlarono con mia mamma, si complimentarono tutti per l'educazione e la fermezza con la quale avevo esposto il mio problema in consiglio di classe. Lei no, si sfogò su di me finché a fine anno, stanca, smisi di studiare totalmente, tranne il minimo indispensabile. Lei si calmò, disse che io stavo andando meglio. Perché nel suo cervello io ero diventata finalmente remissiva, aveva ottenuto ciò che voleva lei.
Mi rivolsi ai miei compagni che mi avevano mandata 'avanti' a parlarle, pochi mi appoggiarono, nessuno voleva avere problemi.
L'anno dopo decisi che, vista la prof, visti i "compagni", visto il senso di impotenza(che io ODIO) in quella situazione, dovevo cambiare classe.
Cambiando classe trovai una professoressa nuova, ancora oggi posso definirla il mio Amore. Non so dire quanto lei mi abbia segnato nella vita, credo tanto. Lei mi fece riamare l'inglese e l'Orientale, mia università attuale, tantissimo. Da Lei imparai a non sottostare a nulla, Lei che anni prima aveva fatto un concorso all'Orientale per entrarvi da docente ed era stata 'sorpassata' da una ragazza che ignoranza ne aveva tanta, ma anche 'pancia', perché era rimasta incinta del'assistente di un professore, ecco perché vinse lei.
Mi disse che le offrirono altro, ma che lei indignata, lasciò per sempre l'Orientale.
Eccola: avevo trovato la mia eroina. Una persona che non accetta nulla, se non ciò che è MERITATO e sudato.
Perché parlo di questo?
Perché son 2 anni che io ho iniziato con la nail art. Che, da sola, ho imparato con determinazione a inseguire la mia passione. Non mi aspettavo nulla da questo viaggio di tutto ciò che è arrivato: prodotti, stima, lavoro.
Allo stesso tempo non avrei accettato nulla che io non ritenessi 'meritato', e non solo un colpo di fortuna, come in tanti hanno detto. Le persone che dovevo ringraziare, le ho sempre ringraziate.
Di me la mia famiglia dice che sono 'capa tosta', perché quando mi fisso su una cosa non mi si smuove per niente.
E' da un po' di tempo che sto rivivendo la stessa situazione: io faccio quello che devo fare e mi si dice che sbaglio.
I clienti(gli altri prof) mi dicono che ho una gentilezza che è RARA da trovare, eppure qualcuno(come la prof) mi continua a dire che non sto facendo abbastanza, solo perché mi ha preso di mira.
Così continuo a fare ciò che mi compete, ma mi sento dire che per lavorare, al giorno d'oggi, bisogna SOPPORTARE, bisogna MANGIARE MERDA, bisogna fare i LECCHINI, altrimenti....altrimenti SAI le conseguenze. Alla sola parola "lecchini" ho avuto un brivido. Ho chiaramente risposto che NON E' NEL MIO CARATTERE, non è quello che ho accettato, firmando.
Chiamatemi 'choosy', chiamatemi pazza, ma io sono una persona che alla dignità personale ci tiene ancora. Che pensa che di vita ce ne sia una soltanto e che non bisogna farsi mettere MAI i piedi in testa da nessuno, solo perché si chiama 'direttore' o solo perché ha deciso di sfogarsi su di te.
Io do rispetto e riverenza(non 'lecchinaggio') soltanto alle persone che cercano di conoscermi e non di puntarmi il dito senza aver mai scambiato 2 parole. Nè con me, nè con i clienti, che mai si sono lamentati, che, anzi, dopo l'acquisto si soffermano sempre a salutarmi e a ringraziarmi per la rara gentilezza, più di una volta. Le persone che mi conoscono anche solo un po' sanno quanto valgo e conoscono la mia gentilezza, la mia 'empatia'.
Mi vien da pensare che se oggi sul lavoro dobbiamo sopportare, mangiare merda, è per colpa di persone che se la son tenuta senza dire niente. Non volendo giudicare chi del lavoro ha bisogno, preferirei morire in povertà piuttosto che sottostare a dei comandi ingiusti, piuttosto che sentirmi dire 'altrimenti SAI....' .
Altrimenti 'sti cazzi'.  Non è la minaccia che mi fa cambiare quello che sono.
Il mio ragazzo dice che io dovrei fare la sindacalista, mi stima, perché io ho il coraggio di mandare all'aria tutto, pur di non farmi mettere i piedi in testa da persone che non hanno rispetto per le persone.
Allora io mi chiedo, quanto vale per me la mia dignità, la mia persona, il mio amore per la nail art, che sta diventando odio, a fronte di tutto questo sopportare?
Quanto vale la mia vita se devo viverla senza potermi esprimere?
Quanto vale l'amore per il mio lavoro se poi devo sopportare i giramenti di palle di una persona?
Se devo stare nervosa ogni volta che vado e torno da lavoro? Se devo sentirmi impotente perché non so come risolvere il problema, visto che non dipende da ciò che faccio?
Per me nulla...
nulla vale quanto la mia dignità, la mia libertà e il riconoscimento di quanto MERITO.
Questo perché le persone, come le canzoni, vanno conosciute, vanno capite, vanno interpretate, vanno ascoltate.

2 commenti:

  1. Wow. Ho letto tutto d'un fiato..forse perchè riconosco una parte di me in tutto questo, anch'io non mi sono mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno ( con le dovute conseguenze).
    Non posso dire di conoscerti però sono convinta che hai meritato tutte le opportunità che hai avuto perchè hai un talento ncredibile e che di certo non meriti un trattamento del genere. Stimo la tua "capa tosta", ormai è raro incontrare persone così...credo che dovrebbero essercene molte di più, seguire il tuo esempio e non liquidare la cosa dicendo "io non voglio problemi" ( è una frase che ho sentito tante volte anch'io uscire dai miei compagni del liceo, e indovina chi ci rimetteva?). Sei una persona che vale e se loro non vogliono vederlo pazienza, troverai un posto dove i tuoi sforzi verranno riconosciuti , perchè se una persona perde la sua dignità cosa gli resta?!

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    1. Ciao Fra! :) Grazie mille per aver letto tutto tutto, te ne sono davvero grata! Scusami se era lunghissimo :)
      Mi fa piacere sapere che ci siano ancora persone che la pensano come me a questo mondo, ormai parlando di 'crisi' le persone si fanno mettere i piedi in testa per il rischio di un licenziamento, poi si aggiungono 'ministri' per cui siamo troppo 'choosy'. Ma io dico che c'è un limite di sopportazione a tutto, non sono i soldi a fare la felicità. Mi dispiace che anche tu abbia dovuto 'sopportare' la remissività degli altri, per me è una cosa inaccettabile non lottare o quanto meno, non andarsene per trovare qualcosa di migliore. Più che lottare sinceramente preferisco trovare di meglio, perché sono convinta che a sbattere contro un 'muro' di ignoranza, ci si fa male da soli. Ecco perché cambiai classe ed ecco perché probabilmente l'anno prossimo me ne andrò da dove sono ora. Se una persona deve stare sempre male nel sopportare e deve eliminare la propria dignità non ne resta nulla, nulla per cui qualcuno, almeno, dovrebbe provare rispetto. E io non voglio essere una di quelle persone che tutti rigirano come gli pare :\
      Grazie ancora per aver letto tutto e, ti prego, resta anche tu così sempre!!!

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